Utopia Reale: RiMaflow, la fabbrica dell'altra economia
Trezzano sul Naviglio, periferia sud di Milano. Un paesaggio che riflette la situazione di crisi che colpisce l’Italia e le sue zone industriali lasciate al degrado. Dalle macerie di un industria ormai delocalizzata all’estero, un seme di resistenza sta iniziando a germogliare. Resistenza alla crisi e alle politiche di austérity da parte di un gruppo di ex lavoratori e lavoratrici della Maflow, storica realtà del sistema industriale italiano. La società Maflow produceva componenti per il ramo automotive: a causa di una gestione speculativa è stata prima posta in amministrazione straordinaria licenziando oltre 300 dipendenti e poi svenduta all’asta ad un imprenditore che ha delocalizzato tutta la produzione in Polonia. I lavoratori e le lavoratrici non hanno accettato che la loro fabbrica, quella dove avevano lavorato per anni, potesse diventare l’ennesima industria abbandonata. Dopo anni di lotte per mantenere il lavoro negli stabilimenti di Trezzano hanno deciso di riportarcelo loro stessi in forma autogestita. Nel febbraio 2012 sono passati dal presidio esterno all’occupazione della fabbrica per riappropriarsi del loro luogo di lavoro e ricostruirsi un reddito. Non potendo e non volendo tornare nel settore automotive ormai saturo, hanno deciso di convertire la fabbrica in senso ecologico costruendo la cittadella dell’altra economia dove all’attività di produzione di un centro di riuso polifunzionale si affiancano attività artigianali sociali e culturali in grado di far vivere gli spazi restituendoli al tessuto sociale trezzanese. Dentro questi capannoni si sono sviluppate attività diverse, tutte basate sullo stesso spirito: il GAS, il mercatino dell’usato, il bar, le mostre, il riciclo dei computers. Tutto funziona in autogestione e le decisioni si prendono il martedi in assemblea.
"La fabbrica è nostra ma l’autogestione è un percorso non evidente per tutti": la maggior parte degli ex-operai non ci avevano mai pensato, si è in qualche modo imposta a loro. Quando c’hai un padrone « obbedisci e basta, adesso lavoriamo pure sabato e domenica". RiMaflow potrebbe diventare il luogo dove sviluppare un modello cooperativo che sia un’alternativa alla crisi.
Questo audio documentario è un viaggio sonoro nella vita di una fabbrica dopo due anni di autogestione, costruito intorno ai ritratti incrociati di persone che vengono da dentro e fuori, da percorsi diversi e che si ritrovano oggi uniti.
Registrazioni : Anaïs Poirot-Gorse e Sara Fraschini
Montaggio : Anaïs Poirot-Gorse
Grazie a tutti i lavoratori e le lavoratrici di RiMaflow, Re-common, Libera, SOS Rosarno, la campagna Miseria Ladra, Michelon die Folli e Andrea Mineo. Grazie ai Guappecarto e Arturo Garra per la musica.
Di seguito i link delle puntate: