Il Birrificio Messina recuperato dai lavoratori
Un'altra fabbrica chiusa dai padroni e recuperata dai lavoratori, che non si sono arresi alla perdita del posto di lavoro e vogliono provare ad autogestire, da operai, la produzione.
Li abbiamo visti per oltre un anno davanti i cancelli di uno stabilimento che per tutti loro era stata una seconda casa. Li abbiamo visti sotto il gazebo a raccogliere firme incuranti della pioggia, del caldo, delle giornate di festa. Hanno lottato per il loro lavoro e non si sono tirati indietro quando c’era da unirsi alla lotta di altri lavoratori messinesi. Una battaglia l’avevano persa, perché alla fine quel posto difeso con le unghie e con i denti non sono riusciti a mantenerlo. Adesso però festeggiano una vittoria molto più grande che ha il sapore del riscatto.
Sono gli ex lavoratori prima della Birra Messina, poi della Triscele. Si vogliono lasciare alle spalle queste etichette perchè hanno una nuova identità, sono i fondatori del Birrificio Messina e le uniche etichette a cui vogliono pensare adesso sono quelle che vedremo sulle nuove bottiglie di birra che i messinesi potranno presto portare sulla tavola.
Sono 16, hanno coraggiosamente scelto di investire il loro Tfr in questa nuova avventura, 1 milione di euro è stato speso per i macchinari e un’altra cospicua parte servirà per i capannoni, credono nella loro professionalità ed esperienza e vogliono restituire a Messina una birra che sia messinese davvero. In questi mesi hanno avuto tante promesse ma hanno cercato di rimboccarsi le maniche, hanno battuto i pugni anche a Palermo per ottenere un aiuto, alla fine la perseveranza ha vinto e la buona notizia è arrivata: la Regione ha assegnato al gruppo Birrificio Messina due capannoni della zona ex Asi di Larderia. Lì nascerà la nuova birra made in Messina.
Mimmo Sorrenti, da sempre portavoce del gruppo, oggi è felice e quasi incredulo ripensando alle lotte di questi anni. “Ho capito che dovevamo fare qualcosa nell’agosto del 2012, quando nonostante l’impegno dell’allora Prefetto Francesco Alecci l’azienda ha chiuso tutte le possibilità di un qualsiasi rilancio.
Poi non abbiamo perso la speranza, fino all’ultimo abbiamo provato comunque a salvare quello stabilimento in via Bonino perché non era solo il nostro posto di lavoro ma era un pezzo di storia della città che stava morendo. Non ci siamo riusciti ma quello che stiamo vedendo nascere adesso sotto i nostri occhi è bellissimo e siamo certi ci porterà tante soddisfazioni”.
E’ felice e fiducioso Mimmo Sorrenti, sembrano passati secoli da quando lo abbiamo visto arrampicato su uno dei muri esterni dello stabilimento con una bottiglietta di benzina in mano, erano settimane di angoscia e disperazione, insieme ai suoi colleghi e compagni di viaggio su quello stesso muretto è rimasto per giorni seduto a penzoloni e incatenato, migliaia sono state le firme raccolte per sostenere la loro causa, tante purtroppo sono state anche le passerelle politiche andate in scena davanti al loro gazebo, tante promesse che alla fine non hanno portato niente. Adesso è iniziato un nuovo capitolo. Oggi un delegato regionale Irsap ha consegnato le chiavi dei capannoni, i lavoratori del Birrificio Messina sono entrati in quello che sarà il nuovo stabilimento, prima però si dovranno effettuare alcuni lavori di sistemazione. Per iniziare gli interventi bisognerà sottoscrivere il contratto, prima ancora però l’Agenzia del Territorio dovrà fare la stima degli immobili. “Spero che la burocrazia non ci faccia perdere altro tempo proprio adesso che si inizia a vedere la luce” dice Mimmo Sorrenti che insieme ai suoi colleghi oggi imprenditori non vede l’ora di cominciare.
Gli interventi da effettuare riguardano la riconversione dei capannoni per destinarli alla produzione di birra. Si dovranno sistemare i tetti, rifare la pavimentazione e tutti gli impianti. Un capannone sarà destinato al vero e proprio stabilimento di produzione, l’altro sarà invece allestito per lo stoccaggio, l’azienda è pronta a partire, alla base è stato fatto un piano industriale che prevede la produzione di ventimila ettolitri di birra per il primo anno e di venticinquemila nei prossimi 4 anni. “A settembre debutterà la nostra birra, anzi i prodotti saranno due perché due sono le etichette che abbiamo deciso di creare” racconta Sorrenti che è stato l’ideatore del marchio e che adesso insieme al gruppo attende l’ok dalla Camera di Commercio sulla registrazione del brevetto depositato nei giorni scorsi.
Il nome della nuova birra al momento resta top secret perché dovrà essere una sorpresa. “Per presentarla faremo una grande festa dedicata a tutti i messinesi che ci stanno stando accanto. Non ce lo aspettavamo ma stiamo ricevendo tanto calore dalla gente che ci incoraggia a continuare. Ci fermano per la strada, ci scrivono sui social network, e ci ringraziano per il coraggio che abbiamo avuto e perché stiamo restituendo a Messina una birra che non sia messinese solo di nome. In passato ci siamo sentiti soli in tante occasioni, adesso non è più così e questo ci dà forza”.
Insomma, la nuova sfida è appena iniziata eppure la storia di questo gruppo di lavoratori oggi imprenditori ha già un suo lieto fine. Sono stati il simbolo di quella Messina che non si vuole arrendere, oggi sono il simbolo di chi ce la fa nonostante tutto. Adesso toccherà proprio ai messinesi dimostrare che stanno da loro parte.
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